06/12/2012

Coltivare l'aloe in casa

Ha una lista infinita di virtù e proprietà, è presente negli ingredienti di tantissimi prodotti cosmetici, dagli anticellulite alle creme contorno occhi. Con le sue foglie grosse e tentacolari è anche bella da vedere, oltre che facile da far crescere in casa e resistente anche agli abbandoni vacanzieri più spietati. Dedicata alle persone che più che il pollice verde, per il giardinaggio hanno il pollice verso!


In commercio esistono anche i semi di aloe, ma il modo più facile per farla crescere è acquistarne una piantina da un vivaista. «Il periodo migliore per prenderne una - consiglia Giovanni Bramato, agronomo e responsabile del controllo qualità dell'Opificio Erboristico San Demetrio, gruppo Specchiasol - è la primavera inoltrata, tra maggio e giugno. In negozio fate attenzione alla pianta che scegliete, meglio prenderne unta dotata di attestato fitosanitario che certifichi la sua buona 'salute'. Le foglie devono essere carnose e sode, assolutamente non afflosciate, di un bel verde intenso. Fondamentale che non ci siano ristagni idrici nel vaso provvisorio. In quel caso è bene rimuovere il terriccio e far asciugare le radici per un paio di giorni e successivamente rinvasarla».

L'aloe ha radici poco profonde, che si sviluppano prevalentemente in larghezza. Il vaso ideale, anche da un punto di vista estetico, è quindi basso e largo, meglio se forato sul fondo. «Per favorire un ulteriore drenaggio dell'acqua in eccesso si possono mettere cocci, magari di vasi rotti, e sassolini nella parte bassa del vaso, in modo che l'irrigazione in eccesso scivoli via e non resti a contatto con le radici. L'importante è che il terriccio sia secco, tendente al sabbioso, assolutamente non argilloso», avverte l'esperto.

Se messa nelle condizioni ottimali, l'aloe cresce parecchio (le dimensioni medie sono di circa 30-49 cm di diametro per le piante casalinghe) e per questo ha spesso bisogno di 'traslocare'' in una casa più grande.
«Normalmente l'aloe va rinvasata una volta l'anno - suggerisce l'agronomo - meglio se all'inizio della primavera. É questa l'occasione ideale per fertilizzare la pianta che ha bisogno, oltre che di acqua, anche di azoto, fosforo, potassio e di minerali come rame, zinco e ferro. Il modo più semplice è quello della fertirrigazione, cioè di diluire del concime nell'acqua usata per l'innaffiatura. Il dosaggio e le modalità di concimazione variano a seconda del prodotto acquistato, ma è bene fertilizzare l'aloe sia prima sia dopo che si intende rinvasarla. Il cambiamento rappresenta uno stress per la pianta, che in questo momento ha bisogno di un ricostituente

L'aloe è una creatura estremamente resistente, ma soffre gli sbalzi di temperatura, specialmente i raffreddamenti improvvisi. «La temperatura ideale per questa pianta è tra i 18 e i 25 gradi, ed è importante che sia costante. Difficilmente l'aloe sopravvive sottozero e bisogna posizionarla in un punto luminoso della casa, ma non troppo vicino alle finestre dove l'escursione termica tra il giorno e la notte è più intensa che in altre zone della casa. Se le foglie diventano di un verde molto chiaro vuol dire che ha bisogno di una maggiore esposizione alla luce», spiega Bramato.

L'aloe è una pianta 'intelligente', capace di trattenere acqua all'interno delle sue foglie, e in grado di sopravvivere molto tempo senza essere innaffiata. «Nei mesi più caldi, da fine febbraio e fine ottobre, è sufficiente darle acqua una volta a settimana, arrivando quasi a sospendere l'irrigazione nei mesi invernali. Mai bagnare direttamente le foglie, rischiereste di veicolare malattie funginee, l'acqua va versata nel vaso e prima di innaffiare, verificate che il terreno sia secco: in caso contrario è meglio aspettare ancora qualche giorno. Se le foglie perdono tono, si afflosciano e scuriscono, vuol dire che state dando troppa acqua alla vostra aloe. In ogni caso le ore migliori per l'irrigazione sono il mattino presto e il tardo pomeriggio. Specialmente in estate evitate di innaffiarla nelle ore centrali - e quindi più calde - del giorno», consiglia lo specialista.


Il processo di rinnovamento delle foglie dell'aloe è piuttosto lento, per questo non sono necessari grandi interventi di potatura. «É sufficiente eliminare le foglie esterne, quando si seccano, mentre non bisogna mai toccare quelle interne, perché sono quelle più giovani. Il taglio deve essere netto ed eseguito con una lama accuratamente pulita e disinfettata, per evitare che eventuali funghi, batteri, virus e microorganismi presenti su altre piante passino sulle foglie di aloe».

La vocazione principale dell'aloe è quella di essere una pianta dalla spiccata capacità lenitiva e calmante, ottima per curare irritazioni cutanee, arrossamenti e piccole lesioni. Questi disagi sono facilmente risolvibili con l'aiuto esclusivo (e casalingo) delle foglie di aloe. A patto di seguire qualche accorgimento: «Le piante giovani non servono a scopo terapeutico, vanno utilizzate quelle che hanno almeno cinque anni e di queste è bene prendere le foglie esterne; una volta tagliate, è necessario far gocciolare il liquido tossico che contengono, ovvero l'aloina; infine le foglie vanno prima lavate, poi private della parte superficiale: finalmente abbiamo ottenuto il preziosissimo gel di aloe!'», conclude Giovanni Bramato.

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